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Spazio di ascolto e di supporto psicologico

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LA STABILITÀ EMOTIVA DEL MALATO E DELLA FAMIGLIA

La stabilità emotiva del malato terminale dipende fortemente dal suo ambiente circostante.  I passaggi tipici del dolore non vengono vissuti nella stessa maniera da tutti i malati e anche la loro sequenza può variare. Nonostante ciò, conoscerli può essere d’aiuto nel gestire l’interazione di sentimenti diversi e capire meglio i comportamenti dei pazienti. Il  servizio si configura come uno spazio di ascolto e di supporto psicologico  al  fine di favorire  il riconoscimento e l'elaborazione dei vissuti di dolore, paura, angoscia che si attivano all'inizio e durante tutto il percorso assistenziale.  

L'obiettivo è quello di rivalutare le credenze consolidate,  analizzando le relazioni disfunzionali innescate dalla malattia, per sollecitare una riconsiderazione di valori e obiettivi.  Da una ricerca del 2012 fatta dalla FCP (Federazione Cure Palliative) sui bisogni dei caregivers e delle famiglie, emerge come l’11% di chi attiva un Servizio di cure palliative lo faccia per un bisogno di sostegno psicologico e relazionale.  Inoltre il 51% degli intervistati comunica una maggiore difficoltà nelle relazioni familiari in un momento così difficile e delicato. Ben l’81% ammette che quando si assiste un malato in fase terminale, cresce il bisogno di essere ascoltati; alla domanda “Con quale frequenza incontri in famiglia il bisogno di essere accompagnato nel percorso di fine vita attraverso un sostegno psicologico e/o relazionale?”,  il 70% dei familiari interpellati avverte questo bisogno.

Da questi dati è evidente come siano importanti i familiari e  l’equipe curante, i quali possono dare sostegno efficace, se  aiutati, a loro volta, da un professionista esperto che li guida e li supporta nella  quotidianità, riducendo il senso di sgomento e impotenza che in queste situazioni è normale provare.  In quanto vivono direttamente il dolore della perdita imminente caratterizzato da fasi di shock, aggressività e depressione. La sensibilità e l'ascolto verso la famiglia sono  importantissimi ed è dimostrato che si riflettono positivamente sul lutto successivo alla perdita.

Destinatari
  1. pazienti
  2. care givers
  3. famigliari conviventi
  4. famigliari non conviventi ma coinvolti direttamente nella assistenza.

Accesso al servizio  e sue caratteristiche

  1. Nel corso del  1° colloquio di presa in carico,  le Infermiere proporranno al famigliare  convenuto un primo incontro di conoscenza nella sede Sherpa con la Psicologa dell’Area clinica.
  2. In corso di assistenza,  previo accordo con l’Equipe medico-infermieristica Sherpa in sede Sherpa o presso il domicilio del malato

In ambedue i casi la Psicologa provvederà a contattare direttamente gli interessati per fissare gli appuntamenti.  La Psicologa, dopo il primo colloquio conoscitivo, valuterà l’opportunità di proseguire con un ciclo di tre  colloqui psicologici (rinnovabili sulla base della valutazione dello psicologo in collaborazione con il referente clinico e il care manager ) che, secondo l’obiettivo individuato,  effettuerà col paziente, col care giver o col gruppo famigliare

La Gestione del lutto

La perdita di una persona cara si configura come uno degli eventi più traumatici nella vita  e si caratterizza per un intenso e prolungato periodo di adattamento. Vivere una condizione di lutto è associato ad un aumento del rischio sia della mortalità che della morbilità. Studi longitudinali hanno dimostrato come ciò sembri dovuto in larga parte al peggioramento dello stato di salute in seguito al lutto e ad un cambiamento negativo dello stile di vita. Sotto il profilo psicologico avvengono una serie di reazioni sul piano emozionale, cognitivo, fisico e comportamentale.

Benché tali manifestazioni possano essere diverse in funzione di variabili individuali e culturali, è possibile ritenere che alcune reazioni in risposta alla perdita di una persona cara siano universali.

Sul piano emotivo, sentimenti di tristezza, rabbia, ansia e sensi di colpa  si alternano a diversi gradi di intensità e possono associarsi a pensieri ricorrenti ed intrusivi verso la persona deceduta.

Dopo un certo periodo si assiste ad un progressivo cambiamento della persona, con una riduzione del distress psicologico e dei sintomi fisici, acquisendo, con il tempo, la capacità di parlare del defunto con relativa serenità mentre  i ricordi associati ad essa non comportano più reazioni di disagio intenso. L’insieme di manifestazioni cliniche legate ad una complicazione del lutto sono state raccolte sotto la dicitura “Lutto Complicato” definito come una deviazione della normale esperienza di lutto  che cronicizza la risposta emozionale impedendo alla persona di ritrovare un equilibrio nella vita.

Nel gruppo post lutto aperto che il Servizio offrirà verrà utilizzata una tecnica supportivo- espressiva, in cui si incoraggia l’espressione emozionale attraverso il confronto con persone che vivono la medesima situazione. Ciò dovrebbe permettere una normalizzazione dei propri vissuti e la presa di consapevolezza di altre modalità di affrontare la perdita di una persona cara. Il terapeuta in questo tipo di gruppi, gestisce le dinamiche favorendo la coesione tra i membri e l’esplorazione delle dinamiche psicologiche attraverso l’analisi delle relazioni interpersonali nel gruppo.

Destinatari
  1. pazienti
  2. care givers
  3. famigliari conviventi
  4. famigliari non conviventi ma coinvolti direttamente nella assistenza.
Associazione Gli Sherpa Mantova

Dove siamo

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